venerdì 28 novembre 2008

Alla Sapienza la destra umilia gli anti Gelmini
Altra battuta d'arresto per la sinistra. Questa volta arriva dal mondo dell'università. Alle votazioni per il rinnovo delle rappresentanze studentesche negli organi colleggiali della Sapienza le liste collegate al mondo di destra hanno avuto la fiducia della maggior parte degli elettori. Otto erano le liste che concorrevano. Si va dai «Collettivi in movimento», lista protagonista dell'Onda di protesta anti-Gelmini, all'«Udu», collegata alla Cgil. Da Azione Universtaria vicina ad An fino ad arrivare a «Lista aperta» legata a Comunione e liberarione passando per «Vento di rinnovamento» sostenuta dal rettore Luigi Frati e «Studenti democratici» lista legata alla Sinistra giovanile (Pd). Infine «I Corvi» ala umanistica dell'Ateneo e «Sapienza in movimento», lista legata al mondo ambientalista.
Si è espresso il 10,6% per cento degli aventi diritto, pari a 13.348 votanti, superando il quorum che consente di avere la rappresentanza piena degli studenti negli organi collegiali centrali. Anche se i risultati ufficiali si sapranno solamente la prossima settimana, la tendenza vede in netto vantaggio le liste di destra. In testa «Vento di cambiamento» che ha ottenuto nella elezione per il rinnovo della rappresentanza studentesca nel Cda 3081 voti, seguita da «Lista aperta» con 2015 e da Azione Universitaria 1713.
Non sono state sufficienti quindi né le mobilitazioni di piazza né tantomeno le giornate di occupazione dell'Ateneo per convincere l'elettorato a votare le liste di lotta. La maggior parte degli studenti hanno preferito quelle riconducibili al centrodestra. Un risultato che, secondo il ministro della Gioventù Giorgia Meloni, «dimostra come la maggioranza degli studenti condividono le iniziative intraprese sinora dal governo e non si fanno convincere dalle troppe mistificazioni messe in atto dall'opposizione». Affermazione subito ribattuta da Pina Picierno, ministro ombra Pd delle Politiche giovanili: «È inaccettabile che il ministro Meloni strumentalizzi il voto degli studenti, interpretandolo come condivisione delle iniziative del governo».
Intanto il Rettore Frati ha espresso la propria soddisfazione per il clima di ordinata competizione elettorale, cosa invece contestata dai Collettivi che denunciano: «È stato uno scandalo baronal-clientelare. Abbiamo assistito alle peggiori irregolarità».

martedì 25 novembre 2008

LA NOTTE BIANCA DI VENDOLA: COI SOLDI DEGLI ALTRI

Una faraonica «notte bianca» per il più «rosso» dei governatori italiani. Oltre sei milioni di euro, più di ogni altra grande manifestazione organizzata nel Paese, per tre soli giorni di ludiche kermesse in terra di Puglia. Si tratta di quattrini dell’Unione Europea stanziati dalla Regione guidata da Nichi Vendola attraverso i fondi Por. Soldi, tantissimi soldi, destinati a rivitalizzare il turismo, che spariranno però nel giro di tre giorni, appunto, fra il 5 e il 7 dicembre. In un solo, gigantesco evento. Un’esagerazione senza precedenti, tanto che persino la Cgil definisce «ignobile» la scelta della Regione.Previsti spettacoli ed eventi di ogni genere come in tante altre città. Solo che se si fa il confronto con gli altri grandi eventi sparsi per il Paese, i conti non tornano. Perché, ad esempio, per la prima, pirotecnica, notte Bianca romana voluta da Walter Veltroni, il denaro speso è stato di tre milioni di euro. Meno della metà di quella «vendoliana», ma pur sempre troppo se paragonata a quella milanese del 2004, per la quale il Comune ha tirato fuori solo 175mila euro (il resto proveniva da altre fonti, sponsor, eccetera).Quella pugliese, ribattezzata «Night parade», sembra destinata a passare ai posteri come la più cara della storia. Più cara del Carnevale di Venezia, che costa 1 milione e 100mila euro; più cara di Umbria Jazz, per la quale non si spendono più di tre milioni e mezzo a fronte di una durata non di tre giorni bensì di quindici. Meno cara solo dell’irraggiungibile «Festival del film» di Roma, che però quest’anno con Alemanno ha avuto una riduzione del budget passando da 17,6 milioni a 15,5.L’intera somma che la Puglia ha stanziato per la Notte Bianca sarà gestita dal Teatro pubblico pugliese, che ha ottenuto l'onere e l’onore senza dover superare la difficoltà di un bando pubblico. Quasi tre milioni di euro sono destinati al pagamento degli artisti, 180mila per Baglioni e Venditti, mentre per il solo Cirque du Soleil saranno spesi 800mila euro. Inoltre, a parte i 400mila euro destinati agli spettacoli nei comuni «minori», saranno utilizzati 1 milione di euro per «servizi di produzione e fitti», 180mila euro per «logistica e trasferimenti», 240mila euro per la Siae, 540mila per «il coordinamento generale e organizzazione», 96mila per «spese di gestione organizzativa», 18mila di assicurazione e 600mila euro per la promozione pubblicitaria. Il presidente del Teatro pubblico, Carmelo Grassi, non nega l'enormità della spesa complessiva, ma la giustifica: «Certo, i costi sono molto elevati ma saranno comunque documentati (...). Si può non essere d'accordo, ma bisogna verificare se sarebbe stato possibile utilizzare quei fondi in modo diverso». A non essere per niente d'accordo è appunto la Cgil: «Il sindacato protesta per la gestione di questa vicenda che è ignobile - spiega Antonio Fuiano, coordinatore regionale della Slc-Cgil -, non siamo stati né coinvolti né informati e non c'è alcuna possibilità di controllo sulle spese». Le critiche del sindacato prendono di mira anche un altro fronte: «Solo il 20 per cento delle risorse sarà utilizzato a beneficio delle compagnie della regione, mentre il resto dei soldi finiranno fuori. E poi, in un momento in cui il Mezzogiorno fa una battaglia per qualificare la spesa pubblica, noi ci permettiamo di utilizzare così il denaro pubblico? Le cifre mi sembrano francamente eccessive, anche a fronte del pericolo che quei soldi vadano persi». C'è poi chi si chiede perché organizzare un’altra Notte Bianca in pieno inverno e per quale motivo non ci si è concentrati sugli investimenti privati, così come avvenuto altrove in occasione simili. Massimo Ostillio, assessore al Turismo, non ha invece ripensamenti: «Da uno studio in nostro possesso emerge che per ogni euro speso dalla Regione, ne torneranno sul territorio 22. La cifra è elevata, vero, ma va considerata come una cifra di massima».

lunedì 24 novembre 2008

la sinistra perde pezzi e la faccia. dal pizzino di la torre alla coda alla vaccinara di di carlo

Qual è il filo rosso che lega la torre a di carlo? semplice, l'attaccamento alla poltrona.
non è neanche passata la bufera per il pizzino passato da la torre (PD, area dalemiana) a italo bocchino per mettere in difficoltà Donadi su otto e mezzo, che subito dopo a report del 23 novembre, appare un assessore regionale (Di carlo, PD) rivelare il suo vero volto di affarista alla Franco Evangelisti (storico braccio destro del divo giulio).
Di carlo, infatti, a telecamere -apparentemente- spente, dà il meglio di sè, e si prodiga in spiegazioni molto illuminanti su quale sia la sostanza del suo rapporto che lo lega all'imprenditore avvocato ( o avvocato-imprendiore) che gestisce il gassificatore di Malagrotta, recentemente posto sotto sequestro dalla magistratura penale di Roma.
per quanto le sue rivelazioni non possano certo fondare accuse penali, e volendo pure credere alla sua buona fede, da garantisti quali siamo non sollecitiamo certo la gogna o la galera nè le manette, ma pretendiamo che venga restituita una parvenza di dignità alla politica italiana.
Perciò chiediamo che il presidente Marrazzo non respinga democristianamente le sue dimissioni ma invece imponga le dimissioni di questo figuro da tutte le cariche accordategli.
La politica, specie quella dei rifiuti, non può essere gestita da personaggi di questa risma.E' ora di dire 'basta'